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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Aristotele - L’amicizia

L'amicizia, la philía, che viene considerata come una virtù o qualcosa di strettamente congiunto alla virtù.  Che cos'è l'amicizia? L'amicizia è di tre tipi: può fondarsi sull'utile, sul piacevole o sul bene. Coloro che stringono amicizia in virtù dell'utile o del piacevole non si apprezzano per se stessi, ma in vista di un qualche vantaggio reciproco. Gli anziani sono portati a stabilire amicizie dalle quali potrà derivare qualche vantaggio, i giovani a ricercare amicizie basate sul piacere. In entrambi i casi si tratta di amicizie effimere, destinate a esaurirsi non appena cessi l'utilità o la piacevolezza. La perfetta amicizia è quella che si fonda sulla virtù e sul bene, in cui si stima l'amico in quanto persona, in modo disinteressato: si tratta di un'amicizia poco frequente, che si consolida nel tempo attraverso una comunanza di vita e di intenti. Per Aristotele non si possono avere molti amici, perché la vera amicizia presuppone un uguale stat

Aristotele - La felicità quale fine dell'etica

II fine dell'etica è la felicità, la quale coincide con quella condizione di benessere che l'uomo sperimenta quando sta bene con se stesso, con gli altri e con il proprio ambiente. Infatti, la virtù rappresenta la disposizione abituale e costante ad agire secondo ragione. Vi sono due tipi di virtù: Le virtù dianoetiche (da diánoia, "intelletto") e le virtù etiche (da éthos, "costume", comportamento'): le prime consistono nell'esercizio stesso della ragione e si distinguono in atte (cioè la capacità di produrre oggetti), saggezza (la capacità di agire convenientemente), intelligenza (la capacità di cogliere i principi primi), scienza (la capacità dimostrativa) e sapienza (il grado più alto della scienza); le seconde consistono nella disposizione a vivere secondo ragione, cioè a dominare, con la razionalità, gli impulsi sensibili. Esse sono, ad esempio, la moderazione, la magnanimità, la temperanza...; la virtù etica più importante è la giustizia, come

Aristotele - La ricerca del "giusto mezzo"

L'etica aristotelica rivela un grande realismo nell'affrontare le questioni della vita pratica, rifuggendo da ogni estremismo idealistico. Essa si presenta come un'etica possibile, alla portata di ogni uomo. Se  sul piano sociale il modello è la classe media, sul piano filosofico la virtù appropriata è il "giusto mezzo", cioè l'equilibrio tra i due estremi del difetto e dell'eccesso: "La virtù sta nel mezzo". Ma come si stabilisce e si "misura" il giusto mezzo? Aristotele risponde con molta prudenza a tale questione. Egli sa bene che nel comportamento morale non si possono dare regole assolute e dunque non può esserci una misurazione rigorosa del giusto mezzo valida per tutti. La sua determinazione è affidata alla saggezza pratica (in greco phro-nesis), che varia in relazione al soggetto e alle condizioni oggettive. Si tratta di una posizione dettata da moderazione e flessibilità, che possiamo condividere ancora oggi e su cui vale la pe

Aristotele - L’etica e la politica

L'etica è una scienza pratica, che si occupa del comportamento dei singoli ed è rappresentata dalla ricerca e dalla determinazione del significato della felicità. Quest'ultima è il fine supremo, il bene sommo, perché non subordinato ad altri fini ma desiderabile per se stesso. La prospettiva etica di Aristotele muove dall'osservazione delle situazioni reali, degli usi e dei costumi dei popoli, e dalla conseguente riflessione su che cosa sia bene fare, tenuto conto delle circostanze concrete, sociali e storiche. Quella aristotelica è una posizione che si può considerare attuale in relazione alla nostra società multietnica e multiculturale, in quanto, anziché affermare in modo dogmatico la pretesa universalistica di un unico punto di vista morale, si sforza di trovare un compromesso intorno alla questione dei valori, considerando il rapporto tra gli individui, e tra questi e le istituzioni, in modo relativo e dinamico. Essa non è estranea al mutato clima politico in cui Arist