Platone
La teoria delle idee
Secondo Platone esiste un'altra dimensione dominata dalla perfezione. Il mondo in cui si trovano gli uomini non è affatto perfetto, però noi abbiamo l'idea di perfezione che dobbiamo per forza aver visto in un altro mondo.
Secondo Platone una parte di noi è stata in questa altra dimensione contraddistinta dalla perfezione e dalla presenza dei modelli e delle idee. Questa dimensione è chiamata iperuranio (che in greco significa "ciò che sta sopra il cielo") e questa teoria di Platone è chiamata teoria delle idee. Il termine idea deriva dal greco e significa "modello". A tutta questa situazione corrispondono anche diversi livelli di conoscenza. Esiste una conoscenza inadeguata che si basa sui sensi e sulle numerose imperfezioni di questo mondo e dà vita alla doxa. Esiste anche una conoscenza perfetta che è quella scientifica, l'epistéme. Le cose perfette vengono conosciute perché vengono ricordate dalla nostra anima che è stata nell'iperuranio.
La concezione della conoscenza
Platone afferma che la conoscenza è reminiscenza in quanto l'anima ricorda le idee contemplate nell'iperuranio prima di incarnarsi.
Secondo Platone inoltre esiste una corrispondenza tra dualismo gnoseologico e dualismo ontologico. I piani di conoscere cioè la scienza è l’opinione rispecchiano i piani dell’essere, ovvero il mondo delle idee e delle cose.
Platone afferma che i filosofi possono accedere alla verità (nóesis) grazie alla dialettica che consente di differenziare le idee tra loro e coglierne le possibili relazioni.
La dottrina etica: l'anima, l'amore e la virtù
Platone sostiene che l’anima è immortale e ha una struttura tripartita:
- anima razionale
- anima irascibile
- anima concupiscibile
l'obiettivo dell'uomo virtuoso è la sottomissione delle passioni alla ragione
Sostiene che l’amore è una divina follia spinge l'anima a elevarsi dalla bellezza sensibile alla Bellezza ideale. Pensa anche che l’amore rappresenti una forza mediatrice che unisce il sensibile al soprasensibile.
Le quattro virtù fondamentali
- La saggezza: consente di ragionare e dominare la vita istintuale
- Il coraggio: permette di lottare per far trionfare ciò che si ritiene giusto
- La temperanza: consente di contenere e moderare i piaceri e i desideri
- La giustizia: fa si che ogni parte dell'anima svolga la propria funzione
La visione politica e il problema educativo
Platone teorizza un modello di Stato ideale (utopia) strutturato in tre classi:
- Governanti: hanno funzione di comando
- Guerrieri: hanno funzione di difesa militare
- Lavoratori: hanno il compito di provvedere ai bisogni materiali.
Platone inoltre teorizza l'aristocrazia come forma ideale di governo la quale coincide con il governo dei migliori, ossia dei filosofi che conoscono e persequono il Bene da essa si differenziano varie forme corrotte di governo
- la timocrazia
- l'oligarchia
- la democrazia
- la tirannide
Teorizza anche un percorso formativo per il futuro governante, ovvero il mito della caverna dal quale è esclusa l'arte che è negativa e diseducativa per tre motivi:
- propone modelli di comportamento
immorali e frivoli - allontana dal vero, perché è «imitazione di imitazione»
- è frutto della divina ispirazione e dunque attenua la capacità di giudizio
Il mito della caverna:
La caverna è un luogo angosciante, dove i prigionieri, incatenati fin da fanciulli, scorgono soltanto alcune ombre proiettate sulla parete che sta loro di fronte. Essi ritengono che le ombre siano l’unica e vera realtà esistente e non possono immaginare ciò che accade alle loro spalle. Nella seconda parte del mito, Platone immagina che uno schiavo venga liberato dalle catene e trascinato all’esterno della caverna. Dopo aver scoperto che né le ombre che vedeva quando era incatenato, né gli oggetti portati lungo il muro e proiettati sul muro costituiscono la vera realtà, egli sarebbe abbagliato dalla luce del sole e solo poco per volta imparerebbe dapprima a discernere gli oggetti del mondo autentico e alla fine a guardare direttamente il sole (l’idea somma del bene). Lo schiavo liberato decide di tornare nella caverna, per comunicare agli altri prigionieri ciò che ha visto e per aiutarli a liberarsi a loro volta della prigionia. I suoi occhi, però, faticheranno a riadattarsi al buio ed egli sarà deriso dagli altri schiavi, che si convinceranno che la luce esterna gli abbia rovinato gli occhi e quindi non gli crederanno. E alla fine, infastiditi dal suo tentativo di portarli alla luce del sole, lo uccidono.
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