Socrate

Socrate dedicò la sua vita alla ricerca filosofica della verità, e per essa fu disposto addirittura a morire, nel 399 a.C., quando venne accusato e processato per aver influenzato e corrotto i giovani. Durante la sua vita fu al centro della scena filosofica entrando in contatto con Anassagora e con gli altri maggiori sofisti. Fu anche soldato attento alle esigenze della sua città e partecipò a numerose azioni di guerra, ma si distinse soprattutto nella vita civile. Non esitava ad opporsi all'opinione della maggioranza quando lo riteneva giusto, anche a rischio di gravi conseguenze (come l'accusa per empietà e corruzione dei giovani che gli costarono la vita).

Tra i metodi più importanti del suo filosofare troviamo un processo molto lungo che si articola in varie fasi: la consapevolezza di non sapere, l'ironia e la maieutica. Quest'ultima, era l'arte di far partorire, proprio come una levatrice, la verità ai suoi interlocutori. La ricerca di Socrate consisteva infatti nel porre durante un dialogo domande tali da spingere l'interlocutore a perdere le proprie certezze iniziali per arrivare a trovare da sé e in piena autonomia la risposta che cercava.

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