Gli ionici è il problema dell’arché

La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia intorno ai secoli VII-VI a.C. proprio per cercare una risposta a simili interrogativi. Coloro che inaugurano questo nuovo stile di pensiero sono Talete (considerato dalla tradizione uno dei Sette saggi), Anassimandro e Anassimene, tutti e tre di Mileto, che a quel tempo era tra le più potenti e ricche città della Ionia. 

Non abbiamo molte informazioni su questi pensatori. Possiamo tuttavia affermare con certezza che possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia. Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipo delle eclissi (grazie ai suoi calcoli astronomici) e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica e importato in Grecia, dall'Oriente, le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare. Inoltre, è importante sottolineare come essi abbiano tentato di spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologici facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche (come accadeva presso i poeti arcaici).

Essi sono, dunque, i primi agrimensori, geografi e tecnici dell'Occidente, ma a loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e mutevole del dell'arché mondo e di aver individuato una causa, un principio originario (in greco arché) da cui tutte le cose derivano. L'arché rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo.


Talete: l'acqua come principio originario

Talete pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza.

Probabilmente l'esperienza originaria dell'acqua a cui Talete fa riferimento è quella del parto, dato che il neonato viene alla luce "rompendo le acque" che lo hanno accolto per nove mesi. Più in generale, una descrizione verosimile di quello che Talete doveva immaginare dell'universo è la seguente: all'inizio esisteva solo il grande Oceano, da cui si è sviluppata la vita; successivamente si sono originati la terra e i corpi celesti. Il mondo, come un disco piatto o un'enorme zattera, fluttua sulle acque del mare. L'acqua è, pertanto, l'elemento fondamentale, ossia il principio di tutte le cose, e tutte le cose vi faranno ritorno quando periranno.


Commenti

Post popolari in questo blog

Galileo Galilei

Giordano Bruno

Parmenide e l’essere